IL CHIOSTRO

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  • Design team:
    • Arch. Fabrizio Caudana
  • Client:Public
  • Riconosciute l'importanza storica e le potenzialità del parco-giardino che si trova all'interno del complesso dell'ex-Cottolengo, dovute alla sua posizione centrale, l'Amministrazione Comunale di Castiglione Torinese ha deciso di rifunzionalizzare l'area con l'obiettivo di riaprirla al pubblico. Il progetto propone la destinazione ad uso ricreativo ed aggregativo di una delle porzioni del parco, delimitata da preesistenti vialetti disposti a raggiera e dall'elemento centrale dell'area, un pozzo di dieci metri di diametro, fin'ora inutilizzato. Elemento fondamentale del progetto, oltre evidentemente all'area gioco per i bambini, sono le tre vasche d'acqua che, partendo da un'idea di cerchio scomposto, segnano, oltre che il centro effettivo del parco, l'origine dalla cui spaccatura prende vita il sistema dei percorsi. L'acqua diventa, in questa occasione, elemento simbolico e veicolo per una varietà di giochi atti a stimolare la fantasia, nonché segno scultoreo caratterizzante l'area. Le tre vasche (realizzate in cemento), che al loro intorno presentano una passeggiata e due gradoni in cemento chiaro, sono state concepite per offrire stimoli visivi, cromatici e volumetrici, diversi. La struttura è giocata su tre differenti altezze, che permettono una facile fruizione visiva e fisica. La vasca più bassa, rivestita con tessere di mosaico blu, contiene il solo elemento acqua, che permette ai bambini di giocare con esso nei modi più liberi; la vasca di altezza intermedia associa all'elemento acqua l'elemento animale, contiene infatti i pesci rossi; la vasca di altezza maggiore associa invece l'elemento acqua all'elemento vegetale e conterrà delle ninfee. Tre “elementi” naturali differenti che rappresentano forme di vita distinte. L'area in progetto, pur non essendo di grandi dimensioni, è ricca di spunti estetici, architettonici e naturalistici stimolanti, che ne fanno, per la sua ubicazione e per le sue caratteristiche, un polo sicuramente attrattivo per tutta la popolazione. Unendo le esigenze funzionali a quelle di carattere estetico, decorativo, architettonico e di gioco, il progetto propone una soluzione 'plastica' e vitale, all'interno di uno spazio architettonico altamente scenografico. L'ampia superficie verde d'intorno e il porticato del chiostro che racchiude il parco-giardino, costituiscono un forte elemento di fuga ottica, scenario ideale che si combina perfettamente con l'attività ludica dei bambini, a cui parte di questo parco è destinato. I giochi per i bambini sono collocati sulla porzione di terreno lasciata a tappeto erboso (altalena e combinato per capriole) e nella porzione di quadrato destinato a vasca di sabbia (giochi a molla). L'altra porzione di quadrato, separato dalla vasca di sabbia da una fascia segna-percorso in cemento, è pensta come zona gioco libera, con pavimentazione in pietra di lavagna, posta a livello del prato circostante. Il pavimento di lavagna può essere segnato liberamente secondo le necessità del gioco. La sua voluta essenzialità lo pone come luogo 'classico' per i giochi che nascono spontaneamente dalla fantasia collettiva dei bambini. Come quinta scenografica alla zona del gioco è stato creato un muro – fondale a sostegno di una porzione di terreno che si solleva dal piano naturale. Sul muro di fondo, posto a semicerchio, in cemento a vista, sono state fissate due lastre in metallo acidato e dipinto, che suggeriscono e provocano l'immaginazione. Le sedute sono state realizzate in assito ligneo poggiante su struttura in travi a T in acciaio zincato, e sono state collocate seguendo una linea spezzata sul fascione delimitante le aree gioco, e sparse all'intorno del nucleo centrale delle vasche. Le relazioni intercorrenti fra qualità e utilità e fra rinnovabilità e libertà determinano così il progetto dell'area, in modo da creare efficaci spazi di relazione all'aperto, che si integreranno con quelli futuri (teatro, spazi espositivi, ecc.). Pubblicato su Progetto e Cronache – Fogli di architettura e disegno - Numero 36 – 4/1996

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